San Vittorino

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Pochi conoscono San Vittorino, innanzitutto diciamo che si trova a circa 20 km dal GRA andando fuori Roma. Per noi è stato comodo raggiungerlo prendendo prima la Prenestina e poi la Prenestina Polense.

San Vittorino è per me innanzitutto il luogo dove poter visitare alcuni dei miei parenti (primi tra tutti i miei nonni materni) visto che si trovano appunto al cimitero di San Vittorino. E di solito la mia tappa terminava lì.

Stavolta anziché tornare subito a casa ho voluto visitare prima il Santuario Nostra Signora di Fatima e poi il borghetto medievale.

Arrivati al Santuario ci siamo trovati letteralmente “accolti” dalla Statua di Cristo Risorto. Mi ha colpito subito questa statua che sembra abbracciare i fedeli.

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Il Santuario è stato progettato dall’architetto Lorenzo Monardo ed inaugurato nel 1979.

Negli anni ’70 a San Vittorino s’era trasferita una confraternita di frati francescani devoti alla Madonna di Fatima. Uno di loro, Fratel Gino aveva le stimmate e molti fedeli si recavano in pellegrinaggio da lui presso una piccola cappella, si rese presto l’esigenza di costruire un santuario e fu incaricato l’architetto Monardo che lo ha immaginato come una grande tenda distesa sui fedeli e proiettata verso l’alto.

L’interno è molto suggestivo con le vetrate policrome opera del P. Ugolino, cappuccino e ispira al raccoglimento e alla preghiera.

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Il piazzale è circondato da 15 edicole raffiguranti i misteri del Rosario; la cappella dell’adorazione dedicata ai piccoli Beati di Fatima, Francesco e Giacinta invece non abbiamo potuto visitarla perché era chiusa.

Prossima tappa: San Vittorino che fa parte del comune di Roma ma è sotto la giurisdizione della Diocesi di Tivoli.

Il borghetto medievale ha un castello di proprietà dei Principi Barberini fin dal 1635 e all’entrata è visibile infatti lo stemma con le tre api.

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Nel piccolo borgo regna una tranquillità e un silenzio quasi irreale e le poche persone che incontriamo, sono incuriosite dalla nostra presenza e dalle nostre fotografie. Il borghetto è piuttosto piccolo e si visita in pochi minuti.

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Inaspettatamente la giornata che si preannunciava molto grigia, ci ha regalato un sole stupendo che ci ha permesso di scoprire quest’altro angolino nascosto di Roma.

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